The Karate Kid – la leggenda continua
Trama:
Dre Parker è un ragazzino di dodici anni cresciuto a Detroit da una madre affettuosa e apprensiva. Lasciata loro malgrado l'America volano insieme alla volta della Cina e di una vita da inventare. Dre prova ad adattarsi ai nuovi compagni e alla diversa cultura ma un gruppo di teppistelli, che praticano il kung fu, non sembra gradire la sua presenza e la sua esoticità. Umiliato e vessato quotidianamente, Dre trova conforto nei sorrisi dolci di Mei Yin, compagna di classe col vizio e il talento del violino. Bersaglio di un ennesimo attacco, viene soccorso e salvato dal signor Han, responsabile della manutenzione del suo condominio. Impressionato dalla performance atletica dell'uomo, Dre ne diventa presto l'allievo prediletto. Nel suo cortile battuto dalla pioggia e dai ricordi, il ragazzino imparerà a disciplinare il carattere e ad affrontare con onore i nemici.
Saga prediletta di Jaden Smith, figlio del fu principe di Bel-Air, The Karate Kid rispolvera la divisa e raccoglie una nuova sfida. Prodotto da mamma Pinkett e da papà Smith, The Karate Kid - La leggenda continua riadatta la versione del 1984 interpretata da Ralph Macchio, realizza il sogno sognato del loro bambino e trapianta la storia originale in Cina, dove il protagonista adolescente vincerà il suo incontro più importante con la vita. In assenza di un padre e in presenza di cattivi allievi di un cattivo maestro, il ragazzino verrà iniziato al kung fu dall'introverso uomo della manutenzione che, come da tradizione taoista, dissimula il proprio valore, accompagnando il kid di Detroit verso la riscossa. Dietro l'aria dimessa e la goffaggine di un operaio si nasconde il corpo atletico, la grazia marziale e il gesto comico di Jackie Chan, la cui presenza è in grado di assicurare in ogni momento lo scarto dalla noia.
Quinto capitolo della serie, il film di Harald Zwart è un trionfo di buoni sentimenti infantili, incarnati dall'indubbio talento di Jaden Smith, angelicato, puro e smorfiosetto ragazzino che affronta con virile insicurezza il colorato protagonismo dei suoi avversari, chiusi nella loro orgogliosa competenza e bramosi di travolgere il bravo ragazzo modesto. Ispirato dalla ragazza della tipologia “dolce-timida” e da un “allenatore” che pratica la volontà metodica, Dre Parker troverà dentro di sé le risorse per resistere e reagire. Aumentando il fattore spettacolarità e pigiando con maggior insistenza sul tasto del patetico, Zwart ripropone la retorica del bambino campione, affinandone la tecnica e sostituendo il tormentone “della cera” con quello “del giacchetto”.
Saga prediletta di Jaden Smith, figlio del fu principe di Bel-Air, The Karate Kid rispolvera la divisa e raccoglie una nuova sfida. Prodotto da mamma Pinkett e da papà Smith, The Karate Kid - La leggenda continua riadatta la versione del 1984 interpretata da Ralph Macchio, realizza il sogno sognato del loro bambino e trapianta la storia originale in Cina, dove il protagonista adolescente vincerà il suo incontro più importante con la vita. In assenza di un padre e in presenza di cattivi allievi di un cattivo maestro, il ragazzino verrà iniziato al kung fu dall'introverso uomo della manutenzione che, come da tradizione taoista, dissimula il proprio valore, accompagnando il kid di Detroit verso la riscossa. Dietro l'aria dimessa e la goffaggine di un operaio si nasconde il corpo atletico, la grazia marziale e il gesto comico di Jackie Chan, la cui presenza è in grado di assicurare in ogni momento lo scarto dalla noia.
Quinto capitolo della serie, il film di Harald Zwart è un trionfo di buoni sentimenti infantili, incarnati dall'indubbio talento di Jaden Smith, angelicato, puro e smorfiosetto ragazzino che affronta con virile insicurezza il colorato protagonismo dei suoi avversari, chiusi nella loro orgogliosa competenza e bramosi di travolgere il bravo ragazzo modesto. Ispirato dalla ragazza della tipologia “dolce-timida” e da un “allenatore” che pratica la volontà metodica, Dre Parker troverà dentro di sé le risorse per resistere e reagire. Aumentando il fattore spettacolarità e pigiando con maggior insistenza sul tasto del patetico, Zwart ripropone la retorica del bambino campione, affinandone la tecnica e sostituendo il tormentone “della cera” con quello “del giacchetto”.