5 appuntamenti per farla innamorare
Trama:
Genevieve è una fioraia con un piccolo negozio a Manhattan che gestisce con la collaborazione di due amici gay. Tutto sembra procedere per il meglio per lei anche perché nei rapporti con l'altro sesso si è data una regola precisa che suggerisce anche alle amiche. In una relazione non bisogna mai superare i 5 appuntamenti (ognuno dei quali con una caratteristica precisa). Subito dopo bisogna trasformare il tutto in una buona amicizia. Peccato però che a farle nascere più di un dubbio su questa scelta di vita ci pensi Greg che ha appena aperto un Tapas Bar lì vicino. Greg è single, piacevole e fa fatica a capire le donne.
Tante volte ce la prendiamo con la distribuzione dei film nelle sale incolpandola di scegliere i tempi sbagliati per le uscite. In questo caso potremmo chiederci perché un film con la coppia vincente di Il mio grosso grasso matrimonio greco (Nia Vardalos, John Corbett) per di più diretto da lei e con un titolo originale che suona come “Io odio il giorno di San Valentino” non sia uscito a febbraio. Una ragione c'è. Perché questa pretende di essere una commedia romantica che sfrutta il richiamo di due attori che hanno avuto un inaspettato successo che invece assomiglia tanto a una situation comedy con qualche uscita in esterni.
Se osservate la struttura vedrete che alterna dialoghi non proprio brevi con un pizzico di movimento per poi tornare a ‘sedersi'. I temi sono soliti e prevedibili (ivi compresi i gay che si occupano di fiori). Quello che lo è meno è il sorriso (con qualche lieve traccia di malinconia) perennemente stampato sul volto della Vardalos. Un pregio evidente però il film ce l'ha e gli va riconosciuto: non è troppo lungo.
Tante volte ce la prendiamo con la distribuzione dei film nelle sale incolpandola di scegliere i tempi sbagliati per le uscite. In questo caso potremmo chiederci perché un film con la coppia vincente di Il mio grosso grasso matrimonio greco (Nia Vardalos, John Corbett) per di più diretto da lei e con un titolo originale che suona come “Io odio il giorno di San Valentino” non sia uscito a febbraio. Una ragione c'è. Perché questa pretende di essere una commedia romantica che sfrutta il richiamo di due attori che hanno avuto un inaspettato successo che invece assomiglia tanto a una situation comedy con qualche uscita in esterni.
Se osservate la struttura vedrete che alterna dialoghi non proprio brevi con un pizzico di movimento per poi tornare a ‘sedersi'. I temi sono soliti e prevedibili (ivi compresi i gay che si occupano di fiori). Quello che lo è meno è il sorriso (con qualche lieve traccia di malinconia) perennemente stampato sul volto della Vardalos. Un pregio evidente però il film ce l'ha e gli va riconosciuto: non è troppo lungo.