Un microfono per due



Trama:
Marc Pease è tra le star del Mago di Oz, il musical che il suo liceo porta in scena sotto la guida del talentuoso signor Gribble. La sera della prima, però, Marc viene colto dal panico da palcoscenico e se la dà a gambe. Per otto anni vive nel sogno di sfondare, grazie alla promessa strappata quella sera ad un disperato Gribble di averlo come manager e produttore del disco d'esordio del suo gruppo a cappella, i Meridian 8, ora ridottisi a 4. Gribble scappa, evita, non risponde, Marc lo insegue e lo venera senza riserve. La delusione sarà grande, improvvisa e terapeutica.
Il genere “Saranno Famosi” non è solo imperituro ma è innanzitutto primordiale, connaturato alla natura stessa del mezzo audiovisivo e particolarmente aderente a quello televisivo, che spesso è trampolino di lancio per il salto vero, e non più solo finzionale, al grande schermo, alla notorietà. Sulla scorta di un passato glorioso di titoli e del successo recente del serial Glee, Todd Louiso si fa avanti con due nomi che minacciano di sbaragliare ogni concorrenza: Ben Stiller e Jason Schwartzman; per la prima volta alla voce e alle tastiere il primo, esperto batterista e compositore il secondo. La delusione, in questo caso, si annuncia in sordina, si riconosce presto come il “tema” del film e si rivela con un noioso e svergognato crescendo. D'altronde anche il genere “scolapasta” è molto frequentato e qui tutto fa lentamente, inesorabilmente acqua.
Dalla regia inespressiva, che si appoggia appena può alle coreografie dei numeri musicali e non si preoccupa di pensare in proprio, alla sceneggiatura, che si spertica in tautologie quali “non sai cosa vuoi finché non sai cosa vuoi”, adotta l'altoparlante per i sottotesti, si compiace di idee elementari come far passare di ruolo il protagonista da uomo di latta a mago di Oz e butta alle ortiche la scena madre, tanto che vien da chiudere gli occhi per poter conservare miglior ricordo degli attori in campo. Il peccato più difficile da cancellare, però, è il tentato furto del personaggio di Max Fisher a Rushmore. Rapina sventata, per fortuna, per insufficienza artistica delle menti criminali.