Survival of the Dead
Trama:
Il misterioso fenomeno che vede i morti tornare in vita e procacciarsi carne umana, si è ormai esteso anche al di fuori dei margini continentali. A Slaughter Island, a largo delle coste della Pennsylvania, i clan rivali degli O'Flynn e dei Muldoon si contendono il dominio dell'isola e la strategia da adottare contro i morti viventi. A trovarsi in minoranza è il vecchio O'Flynn, sostenitore di un'uccisione rapida e totale dei non-morti, che viene condannato dalla famiglia nemica al confino sulla terraferma. Nei pressi del porto, O'Flynn si unisce a un gruppo di militari ribelli intenzionati a raggiungere l'isola e li convince a passare dalla sua parte nella battaglia contro gli zombi e per il dominio del territorio.
La lunga serie dei Dead vede pochi punti in comune da un capitolo all'altro. Concepita come una saga monadica, in cui ogni film è un racconto a sé stante che prende le mosse dal fatto che i morti tornano in vita risvegliati da una causa sconosciuta, l'esalogia di Romero ha costruito capitolo dopo capitolo un insieme di acute letture della contemporaneità (sociale, mediatica e tecnologica) e una filosofia pessimistica sullo stato di natura e sull'uomo come "lupo a se stesso". Survival of the Dead rompe questa singolarità della saga, presentandosi non come un vero e proprio seguito, ma come una partenogenesi del precedente Diary of the Dead. Gli sciacalli del corpo marines immortalati in una sequenza dalla videocamera di Diary, diventano qui i protagonisti di un horror che appare quasi “vecchia maniera” in un momento in cui dominano solo gli slasher citazionisti o i killer torturatori. Survival è lontano dal gusto per la sperimentazione del racconto dell'ottimo Diary, ma si propone come una sintesi brillante fra le nuove e le vecchie tendenze del genere.
Romero costruisce il film come un vecchio western ambientato in una prateria dove gli zombi hanno sostituito il bestiame, e la lotta di O'Flynn e Muldoon come una sfida all'O.K. Corral fra un vecchio marinaio irlandese e un cowboy che somiglia a Dick Cheney. I suoi personaggi sono tutti dei duri dalla lingua affilata e dalla mira infallibile, riciclo di un immaginario popolare che parte appunto dal cinema western (O'Flynn e Muldoon) per arrivare agli eroi dell'action movie contemporaneo (i militari e il ragazzino fanatico dell'hyper-tech sono quasi una proiezione parodica dei protagonisti di Transformers). Perfino gli zombi sono divenuti schiavi alienati di un'azione lavorativa ripetitiva e compiuta all'infinito, allo stesso tempo carnefici e vittime di una società sclerotizzata e senza un'identità distinguibile. È un gioco di contaminazione fra cinema classico e cinema tardo-moderno, che qua Romero affronta con un'ironia più esplicita, che tuttavia non fa dimenticare che la sua concezione (dell'horror, come della parodia) resta quella di un vecchio anarchico nichilista che si diverte moltissimo a mettere in scena le sue certezze sulla natura guerrafondaia ed egoista dell'uomo.
Il misterioso fenomeno che vede i morti tornare in vita e procacciarsi carne umana, si è ormai esteso anche al di fuori dei margini continentali. A Slaughter Island, a largo delle coste della Pennsylvania, i clan rivali degli O'Flynn e dei Muldoon si contendono il dominio dell'isola e la strategia da adottare contro i morti viventi. A trovarsi in minoranza è il vecchio O'Flynn, sostenitore di un'uccisione rapida e totale dei non-morti, che viene condannato dalla famiglia nemica al confino sulla terraferma. Nei pressi del porto, O'Flynn si unisce a un gruppo di militari ribelli intenzionati a raggiungere l'isola e li convince a passare dalla sua parte nella battaglia contro gli zombi e per il dominio del territorio.
La lunga serie dei Dead vede pochi punti in comune da un capitolo all'altro. Concepita come una saga monadica, in cui ogni film è un racconto a sé stante che prende le mosse dal fatto che i morti tornano in vita risvegliati da una causa sconosciuta, l'esalogia di Romero ha costruito capitolo dopo capitolo un insieme di acute letture della contemporaneità (sociale, mediatica e tecnologica) e una filosofia pessimistica sullo stato di natura e sull'uomo come "lupo a se stesso". Survival of the Dead rompe questa singolarità della saga, presentandosi non come un vero e proprio seguito, ma come una partenogenesi del precedente Diary of the Dead. Gli sciacalli del corpo marines immortalati in una sequenza dalla videocamera di Diary, diventano qui i protagonisti di un horror che appare quasi “vecchia maniera” in un momento in cui dominano solo gli slasher citazionisti o i killer torturatori. Survival è lontano dal gusto per la sperimentazione del racconto dell'ottimo Diary, ma si propone come una sintesi brillante fra le nuove e le vecchie tendenze del genere.
Romero costruisce il film come un vecchio western ambientato in una prateria dove gli zombi hanno sostituito il bestiame, e la lotta di O'Flynn e Muldoon come una sfida all'O.K. Corral fra un vecchio marinaio irlandese e un cowboy che somiglia a Dick Cheney. I suoi personaggi sono tutti dei duri dalla lingua affilata e dalla mira infallibile, riciclo di un immaginario popolare che parte appunto dal cinema western (O'Flynn e Muldoon) per arrivare agli eroi dell'action movie contemporaneo (i militari e il ragazzino fanatico dell'hyper-tech sono quasi una proiezione parodica dei protagonisti di Transformers). Perfino gli zombi sono divenuti schiavi alienati di un'azione lavorativa ripetitiva e compiuta all'infinito, allo stesso tempo carnefici e vittime di una società sclerotizzata e senza un'identità distinguibile. È un gioco di contaminazione fra cinema classico e cinema tardo-moderno, che qua Romero affronta con un'ironia più esplicita, che tuttavia non fa dimenticare che la sua concezione (dell'horror, come della parodia) resta quella di un vecchio anarchico nichilista che si diverte moltissimo a mettere in scena le sue certezze sulla natura guerrafondaia ed egoista dell'uomo.