Qualcosa di speciale



Trama:
Burke Ryan è un terapista di successo votato al prossimo. Perduta la moglie tre anni prima in un terribile incidente, Burke ha scritto un libro sulla rielaborazione del lutto e il superamento del dolore. A Seattle, per un seminario che dovrebbe concludersi con un consistente contratto professionale, incontra Eloise Chandler, una giovane donna che colleziona uomini sbagliati e gestisce, con migliori risultati, un'attività floreale. Nei corridoi dell'hotel Burke ed Eloise si scontrano e si incontrano, ciascuno con le sue paure e col peso di un passato mai rimosso. Un appuntamento e un concerto dopo, si innamoreranno trovando un bacio e il modo di ricominciare a vivere.
Che la morte abbia accesso alla commedia è cosa sperimentata al punto che uno dei maggiori successi degli anni Novanta, commedia angloamericana e romantica interpretata da Hugh Grant, porterà persino “un funerale” nel titolo. Eppure la signora incappucciata resta argomento ostico da trattare per il genere citato, meno adatto di un western, un horror o un noir a comprendere il desiderio necrofilico dello spettatore. Brandon Camp, già sceneggiatore di Dragonfly, dramma metafisico interpretato da Kevin Costner e guarda caso incentrato su un lutto coniugale, ritorna da regista sullo stesso argomento, con una morte avvenuta questa volta fuori campo e l'eroe di turno costretto a gestire il clima mortifero del film. Qualcosa di speciale è inondato per questo da artifici stilistici di sicuro effetto che amplificano in misura maggiore la tensione drammatica, alternando il presente del protagonista a flashback gioiosi che rimandano all'amore tra Burke e la consorte defunta, o al contrario angosciosi perché reiterano l'incidente in cui la donna è deceduta. Dentro un ambiente tipicamente borghese e dentro un commento musicale strappalacrime, si muovono i personaggi di Jennifer Aniston e Aaron Eckhart, che vivono un disequilibrio esistenziale risanabile in ogni caso con l'amore, che “accadrà”, come suggerisce il titolo originale, non appena gli eventi traumatici verranno rimossi.
Qualcosa di speciale occupa un territorio di confine tra commedia e mélo, spingendo e accelerando le ragioni del melodramma, pur filtrate attraverso una fitta rete di passaggi e riferimenti brillanti, esemplare in questo senso la sequenza dell'approccio nella hall dell'hotel. Aaron Eckhart, eroe romantico dentro un corpo da surfista e dietro al fare sbrigativo, ritorna al ruolo del corporate man dall'aspetto accattivante, come agli esordi con LaBute (Nella società degli uomini) e nell'esordio di Jason Reitman (Thank you for smoking). Questa volta però è portavoce empatico e onesto di un dolore, portatore di fantasmi e intimi rovelli, destinati a dissolversi nell'incontro con un nuovo amore, decisamente abile a scardinare le sue difese e a scoprirne il vero volto. Le lezioni d'amore della protagonista, impartite nella toilette degli uomini o davanti a una composizione floreale, sono un concentrato di amene banalità risolte se non altro dalla vivacità e i motti di spirito della Aniston. Attrice ironica e sentimentale, risarcita da un gentiluomo di cuore e dal lieto fine.