Coming Soon



Trama:
Iproiezionisti Shane e Yod usano la sala cinematografica anche per produrre copie pirata dei film. Quando riprendono la proiezione del film “Evil Spirit”, sul linciaggio di una pazza rea di aver accecato le bambine del villaggio, gli eventi narrati e la realtà cominciano a confondersi in maniera inquietante. La riflessione metacinematografica di Sophon Sakdaphisit - già sceneggiatore di due classici del genere come Shutter e Alone - sulla pirateria e il furto delle immagini, oltre che sulla crudeltà del mondo del cinema, spesso inarrestabile e senza scrupoli (tema non nuovo nel cinema tailandese, che si suppone particolarmente incline al dispotismo del regista o del produttore), tocca temi già ampiamente trattati, ma la sincerità e la dedizione alla causa che qui vi vengono profuse non sono da sottovalutare. Forte di un montaggio serrato e di una cura notevole per il packaging, Coming Soon funziona indubbiamente nel suo sporco ruolo di oggetto di intrattenimento terrificante, purché si sia disposti a sorvolare sulla sostanziale inespressività dei protagonisti (due cantanti pressoché al debutto) e su ingenuità assortite, tipiche del film buff alle prime armi. Spiccano tra queste ultime l'incipit con occhio che si apre (Lost), la sequenza in loop di cui è prigioniero il protagonista (Nightmare 4 – Il non risveglio), il film la cui visione uccide (The Ring), il film maledetto in cui la morte è al lavoro (Masters of Horror: Cigarette Burns di Carpenter). Sorprendentemente efficace invece, pur nella sua indubbia naïveté, la scena in cui il cellulare del personaggio scomparso risponde da dentro lo schermo anziché dalla sala. Nonostante i difetti, Sakdaphisit poteva fare molto peggio, specie considerata la vischiosità del tema metacinematografico. Da vedere rigorosamente in una sala cinematografica (possibilmente semivuota) la sera tardi: una volta messo il naso fuori l'effetto Coming Soon è garantito.